Che coltivare un orto sia forse coltivare il mondo e che innaffiare un ciclamino sia un atto di resistenza sentimentale, un dire io sono qui, ora, e mi prendo cura.


lunedì 28 novembre 2011

Un'isola (pepe)verde.


Ci sono posti, nelle città, che più di altri hanno una vocazione comunitaria e di partecipazione attiva. O magari è un'impressione, forse tutti i luoghi sono potenzialmente così, forse è solo perché all'Isola (quartiere milanese che meriterebbe una descrizione più lunga che mi riprometto di fare),
bé, all'Isola ci abito da qualche anno e a poco a poco mi diventa sempre più chiaro il microreticolato rizomatico che unisce i suoi abitanti e tutte le sue anime.
La prima impressione che avevo avuto, migrandoci per caso, richiamata da un terrazzo, era che tutti, dai ciclisti, alle mamme, agli artigiani, ai commercianti, ai bio-logici, agli artisti, ai guerrilla-giardinieri, ai comunisti, ai partigiani
tutti possedessero questo gene della partecipazione, del trovarsi e ritrovarsi per discutere, proporre e provare a cambiare le cose.
Perché le cose cambiano davvero così, tra un aperitivo e un collettivo, tra una riunione e una manifestazione. (E intanto i grattacieli di Porta Nuova continuano a crescere come funghi ipertrofici geneticamente modificati).

E ora, da qualche mese, c'è IsolaPepeVerde, cioé c'è da combattere per un giardino condiviso, da strappare a un non luogo d'incolto e trasformarlo in un luogo d'incontro. Combattiamo.

E' davvero un bellissimo progetto, partecipato, necessario e giusto. Ne ha parlato anche Repubblica.

giovedì 24 novembre 2011

Balconi o giardini?

Giardino per me è una categoria molto ampia, che comprende al suo interno terrazzi, balconi, davanzali, finestre, ballatoi, pianerottoli.  Io credo che tutti possano avere un giardino, anche in città, anche al secondo piano, basta solo mettersi nel giusto ordine di idee, sapendo che non ci sono limiti spaziali o economici,  ma solo di immaginazione (che poi è la regola numero 2, di cui presto parlerò).
Ieri ne ho avuto un'altra conferma.
C'è una ragazza a Marsiglia, che si chiama Claire Delahaye. Fa la decoratrice e la progettista di giardini, con un occhio di riguardo per quelli proprio piccoli.
Ecco alcune foto del suo balconcino, di quando abitava a Parigi. Non sono solo le piante a renderlo "giardino", ma la casetta degli uccelli, il vecchio annaffiatoio, il tavolino di recupero col segnale stradale e quell'atmosfera allegra e inventiva.







grazie a Dana e al suo delizioso blog.

martedì 22 novembre 2011

La poesie dans le jardin est aussi faite par des petits oiseaux.


Di latta. Fatti a mano in Zimbabwe e arrivati fino a qui, a portare poesia irregolare e storie. Io ne ho cinque nel mio terrazzo giardino, perfettamente a loro agio tra lupi di gesso, barboncini demodé in cemento e una madonna di ghisa tutta arrugginita.
Arrosoir et Persil è un progetto pieno di grazia e di amore per il mondo, che inizia con un viaggio  in Zimbabwe e dall'osservazione di come gli artigiani locali riuscissero a creare oggetti meravigliosi letteralmente con tutto quello che trovavano: taniche, vecchie lamiere, lattine, portiere di automobili.
Da qui, Alain GRAND et Valérie MALHOLE hanno avuto l'idea di stabilire un legame e una collaborazione con questi artigiani/artisti del recupero e dell'inventiva per creare una linea di "objets simples, discrets, utiles et poétiques".
Io li ho incontrati per caso a Orticola, ho comprato un pettirosso e poi mi sono fatta inviare per posta un cardellino, una rondine, due passeri e una cinciallegra (spero non soffrano troppo il freddo milanese).




giovedì 17 novembre 2011

Il mio giardino

Che poi non è un giardino, ma è un terrazzo molto amato, di 6 metri per 3, esposto a nord est, esposto ai venti ed esposto pure al nuovo grattacielo della Regione Lombardia, che mi ha tolto un raggio a piano.
Così ci sono molte piante da ombra (ortensie, aceri, hoste, ellebori, camelie), molte piante che vivono anche alla mezz'ombra (vite vergine, clematis alpine, edere, fragole, ribes, alloro, piccole perenni boschive), poi ci sono piante che vivono perché sono determinate a vivere e sono così forti da divorarsi quel poco sole che c'è (due meravigliosi bambù ipertrofici che suonano canzoni fruscianti al minimo colpo di vento e che invadono lo spazio come adolescenti), poi c'è un glicine da sempre stentato, comprato in saldo a poco prezzo, che proprio non è felice, non regala fiori e la prossima primavera forse lo porterò da qualche parte nella terra vera, poi il falso papiro nella  tinozza delle acquatiche e poi due miracoli botanici (un'aloe che ha una bellissima storia e cresce sinusoide anche senza sole e un limone che crede di essere in Sicilia ed è generoso e pieno di energia gialla e verde). Poi ci sono i nasturzi, i potos e le altre piante d'appartamento che da giugno a novembre si godono una lunga libertà estiva di umidità, rugiada e compagnia, le phalenopsis, che all'aperto vivono di vita propria e si dimenticano di essere così esigenti e capricciose e le rose inglesi, passione incurabile irrazionale, che ripagano il mio amore con ticchiolature, afidi e ragnetti rossi e di altri colori e qualche rosa qua e là, quando ne hanno voglia.

A poco a poco racconterò delle mie scelte e presenterò le mie piante, perché occuparmi di ognuna mi è stato di scuola per crearmi un'idea personale e confutabile del giardinaggio.
Ecco intanto le foto del mio giardino/terrazzo, com'era in un periodo dell'anno più clemente e meno nebbioso di questo. Insieme ci sono i guardiani: lupi, madonne, coccinelle, uccellini di ferro.










mercoledì 16 novembre 2011

Regola n. 1. Il giardino si fa da solo. Introduzione.


E anche il terrazzo, il davanzale e persino la piccola selezione di piante d’appartamento davanti alla finestra. Questo assunto, che guida il mio agire e giardinare è consolante e impegnativo insieme.
L’origine è familiare (donc sentimentale), materna. Insomma, mia madre dice che Il giardino si fa da solo perché non siamo davvero noi a decidere che cosa gradirà.
E’ un po’ come quando si fa un regalo a qualcuno. Possiamo sapere i suoi gusti, la sua taglia, che cos’ha e cosa gli manca. Ma qualche variabile ci sfugge sempre. A meno che la persona a cui vogliamo fare il dono non collezioni elefantini di pietra o bocce di vetro, e allora sarà facile non sbagliare.
Ecco, il giardino è un collezionista, con i suoi vezzi e le sue manie. Il rosmarino sì, la salvia no, le ortensie, sì, le fuxie non qui, un po' più in là. E così via. 
Fatte salve le regole di base come esposizione, luce, vento, temperatura, quando si progetta un giardino (e soprattutto se NON si progetta, ma si agisce d’istinto e cuore)non si sa mai con certezza come finirà.
E così si prova, e si sta a guardare.

lunedì 14 novembre 2011

Chi ha detto che non si può avere un grande giardino in un piccolo spazio?

Big garden in small spaces è un libro importante per me, non solo o non tanto per i consigli e le informazioni, ma per l'approccio al giardinaggio, e in generale a qualsiasi cosa.
Hai solo un davanzale?
Hai un giardino piccolo come un fazzoletto di carta?
Hai un'aiuola in un cavedio?
Non importa, perché l'importante è l'atteggiamento, la fantasia, e soprattutto il conservare quella meravigliosa caratteristica dell'infanzia che ti fa credere (al di là dell'evidenza e della ragione comune) che tutto può essere trasformato, e che non ci sono limiti.
Così un giardino può nascere sul tetto, vicino un'autostrada, accanto a una roulotte di un campo rom, su un ballatoio.
Mi sembra un bella metafora, e un modo molto generativo di porsi nei confronti della vita in generale.

Ecco il suo manifesto.




venerdì 11 novembre 2011

Per sostenere il lunedì


Lunedì sostenibili è una di quelle idee che vivono e crescono a dispetto dello smog, del cemento e dell'aggressività milanese. Succede una volta al mese, non sempre nello stesso luogo, e  accoglie e raccoglie giardinieri, artisti, agronomi, architetti, sognatori, green guerrilleros, contadini, bambini, scrittori, orticoltori urbani, urbanisti, insegnanti e chiunque crede che difendere un fazzoletto d'erba è un buon inizio per proteggere il mondo.

E' aperto a tutti. Chi ha un progetto, un'idea o un sogno "sostenibile" non deve far altro che condividerlo. Spesso qualcosa accade.
Il prossimo incontro è il 14 novembre, e si parlerà di alberi e nidi e terra.
Per saperne di più e ricevere la newsletter
info@lunedisostenibili.org

giovedì 10 novembre 2011

Guardening

Tempo fa ho partecipato a un progetto che si chiama "Fatti per coltivare". Era un'idea bellissima. Cioé una raccolta di utensili "sensibili", fatti apposta, appunto, per coltivare. Il progetto, a cui è seguita una mostra, ha rivelato un mondo di giardinieri ingegnosi e sentimentali. Ecco quello che avevo scritto per la partecipazione:

Il guardening è una categoria di giardinaggio che consiste nel prendersi cura dei mondi vegetali anche attraverso una pratica visiva. Mutuando uno dei fondamenti del pensiero magico, si può dire che lo sguardo costruisca una relazione tra le cose e che possa intervenire in modalità protettiva e “nutritiva” nei confronti dei soggetti guardati.
Il guardening prevede inoltre che il mondo vegetale sia disseminato di piccole creature ricche di senso e di sense of humour, incaricate di agire- in sostituzione o in rafforzamento del proprio sguardo- come veri e propri custodi, piccole divinità precarie.
I custodi:
1. Meduse:
erano bottiglie di plastica, sono ora aerei-acquatici animali. Le piante amano chi nuota. (categoria riciclo/strumenti autoprodotti)
2. Volano:
volàno o vòlano? Scelto nel negozio dei cinesi, con le sue piume e il suo nome evoca il mondo degli esseri alati. Le piante amano chi vola. (categoria ri-uso/nuova vita agli oggetti)
3. Nostra Signora delle foglie:
 da vecchi giardini belle epoque è arrivata qui per strade tortuose. Porta saperi perduti e racconta storie. Le piante amano ascoltare racconti





martedì 8 novembre 2011

A Milano, una piccola porta e un giardino segreto.

È aperto da un po', ma in pochi se ne sono accorti. Il portoncino d'accesso è spesso chiuso o accostato. E il cartello che svela cosa sta dietro quel portone, affisso più d'una volta, è stato rimosso da una mano sconosciuta. Per questo, perché la gente della zona conosca e si appropri del giardino «segreto» di via Terraggio, uno spazio che è rimasto chiuso al pubblico per 70 anni, la commissione Verde Ambiente di zona 1, con l'associazione Civiltà Contadina, il 12 novembre inviterà gli alunni delle scuole dei dintorni. A tutti loro saranno donati una coltura o un fiore da accudire fino a primavera. Perché l'obiettivo, spiega la presidente della commissione, Elena Grandi, è che il giardino "divenga il primo esempio milanese di giardino/orto condiviso, sul modello de Les Jardin Partagés parigini".
Dal Corriere di oggi.