Che coltivare un orto sia forse coltivare il mondo e che innaffiare un ciclamino sia un atto di resistenza sentimentale, un dire io sono qui, ora, e mi prendo cura.


sabato 28 aprile 2012

Senza nastri di plastica.


Non amo le piante appena comprate. Così diverse dalle mie fatte in casa, le piante appena comprate si presentano con l'abito della festa. Sottoposte alle luci a spettro delle serre, fiorite sempre e fuori stagione, perfettamente perpendicolari al pavimento, grasse e lucide e un poco finte, somigliano per me ai paggetti dei matrimoni, infilati nei vestiti inamidati, o ai ragazzoni di periferia, ripuliti dal pallone e forse da altro e strizzati nei completi rigidi per essere credibili come agenti immobiliari.

Nelle vetrine dei fiorai e negli scaffali dei supermarket, kalanchoe in fila come bomboniere, con i piccoli fiori perfettamente disegnati, magari ornate di nastri in tinta. Ortensie azzurre a febbraio, come damine tra cerchi e corsetti. Incredibili camelie dai grossi fiori bianchi a forma di polpetta.
Cosa manca a queste piante? L'esperienza, io credo. Respirare quel preciso luogo, trovare la propria strada alla ricerca della luce, conoscere gli afidi e anche le farfalle, con un po' di fortuna. Mi è commovente la trasformazione. Prima c'è lo shock, e qualche foglia diventa gialla. Poi timide iniziano a uscire dal guscio e a diventare quello che saranno. Un po' storte, disegnate dal vento, imperfette e finalmente vive.
Trovare una casa è sempre un po' così: adattarsi, patire, rafforzarsi e infine raggiungere la propria forma, che è sempre transitoria, ma vera. Senza luci al neon o nastri di plastica.

domenica 22 aprile 2012

Un caffé nell'aia.


È proprio una frazione, come quelle che ci sono in campagna, separate dai paesi da fazzoletti di prati, boschi o campi coltivati. Nelle frazioni le persone si conoscono tutte e si danno dei soprannomi, che spesso rimangono ai figli dei figli. Nelle frazioni si litiga come dappertutto, ma si condivide di più: due uova, due chiacchiere, cose così, soprattutto quando la stagione inizia a essere bella e le mura domestiche si allargano e si fanno permeabili.
Io abito in una frazione che, invece di essere fatta di cascine sparse è fatta di appartamenti uno sopra l'altro, uniti dai percorsi di scale e ballatoi.
Proprio sotto di me, un po' a sinistra, sta una signora molto molto anziana. Ha il fazzoletto sulla testa e il grembiule come una contadina, è sorda e parla, in una lingua dialettale indefinibile e forse inventata, solo con la sua strana figlia e con un grasso gatto grigio fumo. Così fragile come vetro, la signora pulisce la sua minuscola aia, con qualsiasi tempo. Dà da bere alle piante, toglie i fiori appassiti e la notte, fino a quando non è sicura che è proprio scongiurato il pericolo di gelate, copre i suoi vasi con un telo di plastica e con i sacchetti del discount, fino al mattino dopo. Giorno dopo giorno, sempre uguale, con una cura naturale, come se facesse l'orto.
L'altro ieri ho pensato che era bello regalarle un piccolo falangio dei miei. Mi ha guardato stupita, poi l'ha preso in mano, come fosse un animale da cortile. Un pulcino, ho pensato. Poi si è un po' intimidita ed è scappata dentro casa.

La sera, tornando, ho trovato un sacchetto di carta da pane, proprio davanti alla mia porta. Dentro, una confezione di caffé. Solo questo, semplice. Se mi fai un dono, io ricambio, con quello che ho. Proprio come in campagna, se ti dò sei uova, tu mi dai i pomodori appena colti. E poi ci troviamo la sera, a prendere il fresco nell'aia.

venerdì 20 aprile 2012

The secret garden a Brera.



Al Fuori Salone milanese si scoprono cose divertenti e a volte interessanti, anche se ho un personale giudizio che non si è ancora evoluto in un pensiero strutturato e anche così poco tempo per dedicarmi a un'ugualmente strutturata esplorazione. Per me, che non sono milanese e ai saloni sempre preferisco i giardini, questo evento, in cui la città diventa una grande casa aperta un po' a tutti, è soprattutto l'occasione per scoprire o riscoprire stanze segrete o altrimenti chiuse a chiave.


L'orto botanico è una di queste. Non perché sia inaccessibile in altri momenti (è a dire il vero molto spesso aperto), ma perché è avvolto da una specie di nebbia cognitiva che lo ha fortunatamente preservato dall'attenzione dei più e da ristrutturazioni lounge di archistar di passaggio.
Sta nascosto dentro l'Accademia di Brera, è curato dal FAI, dagli studenti e dai volontari, ospita rose antiche, peonie, aromatiche, lavande, pesci rossi, ginko biloba, casette per uccelli liberi e una specola dell'800.
C'è un glicine monumentale e una delle rose banksiae più grandi che abbia mai visto, e una pace sospesa che è molto difficile trovare altrove, da queste parti. Non c'è mai molta gente e chi c'è parla piano, un po' come in una chiesa vegetale.



Lunedì sera ero a un evento chiamato The Secret Garden, con gli architetti, i designer e i giornalisti.


Molte sovrastrutture -alcune veramente sovra-dimensionate e un po' arroganti, come il tempio del marmo progettato da Zaha Hadid per il Salone, altre luminose, organiche e, sì, abbastanza suggestive, come i cocoon di vimini e carta stagnola di Paola Navone.

 Una specie di invasione di alieni, per fortuna temporanea.

 Le casette degli uccelli, quelle invece restano.

grazie a Francesca per le foto notturne

mercoledì 11 aprile 2012

Solamente giovedì.

A Milano c'è uno spazio aperto solamente il giovedì. Che si chiama appunto "Solamente giovedì". È un cortile, una ex fabbrica di pentole, un magazzino, una serra, un bric à brac stilosetto e parigino dove trovare vecchie poltrone, tavoli da giardino o da pranzo, un po' di ruggine e rughe del tempo. Cuscini e tovaglie, lanterne e lampadari. Rosmarini e mirti.


Le piante nel cortile sono bellissime e curate da Sofia Meda, che ha un occhio tutto particolare per luci e riflessi.


"Solamente giovedì" è aperto il giovedì dalle 11 alle 19, oppure su appuntamento in via Maggi 6, a Milano.

grazie a Maureen Mann per l'indicazione.

martedì 10 aprile 2012

Lattuga romana e pulcini cinesi.

Per chi ha sufficiente immaginazione, tutto può diventare tutto.


Io amo che un cespo di lattuga possa diventare un centrotavola invece che un'insalata. E amo anche i pulcini cinesi che, insieme alle colombe, sbucano soltanto a Pasqua. Poi chissà dove vanno in letargo.

venerdì 6 aprile 2012

Una giardiniera affidabile.


Eh sì. Felice e un po' stupita (non è la prima parola che normalmente viene in mente alle persone quando a bruciapelo viene chiesta loro una definizione di me) annuncio che ho ricevuto il premio "Il blog affidabile". Ecco la email:

Ciao Giulia,
Siamo lieti di comunicarti che il blog Giardinaggiosentimentale  è stato insignito dallo Staff de GliAffidabili del Premio “Il Blog Affidabile” 

Pensiamo che Giardinaggiosentimentale  si distingua in rete perché presenta le  5 importanti caratteristiche che rendono a nostro avviso un blog "Affidabile":

1) E' aggiornato regolarmente
2) Mostra la passione autentica del blogger per l'argomento di cui scrive
3) Favorisce la condivisione e la partecipazione attiva dei lettori
4) Offre contenuti ed informazioni utili e originali 

5) Non é infarcito di troppa pubblicità



Per aggiornare, aggiorno abbastanza regolarmente, sicuramente ho una passione autentica e sono felice di condividere. Sui contenuti utili e originali, chissà. Io ci provo. E la pubblicità almeno qui non arriverà. Insomma, ringrazio tantissimo lo staff degli Affidabili e coltivo la speranza di esserne all'altezza.
p.s. In teoria mi è stato chiesto di fare un elenco dei 5 blog che io ritengo degni di un premio, ma io lo avevo già fatto qui.

martedì 3 aprile 2012

Giardini nel Tempo: troppo tempo.


Ci sono delle contraddizioni che mi innervosiscono, in tutta quest'agitarsi -giustissimo- delle amministrazioni comunali nel cercare di convincere i cittadini a lasciare a casa le auto e spostarsi con i mezzi pubblici.
Per esempio io l'auto neanche ce l'ho e quindi mi sposto a piedi, in tram, in metropolitana, in autobus. Con quasi tutti questi mezzi ho cercato di arrivare (secondo le precise indicazioni del sito) fino a Giardini nel Tempo di Cesano Boscone che è un paese, come si dice, dell'hinterland milanese. Attaccato a Milano, proprio.
Ora, non è che chi non ha la macchina o chi virtuosamente decide di usarla il meno possibile vive in un sistema temporale differente, oppure ha così tanto tempo libero da poterne impiegare la maggior parte negli spostamenti metropolitani. Non ha neanche meno diritto degli altri di usare le ore domenicali nei modi che meglio crede, invece di trascorrere la giornata ad aspettare tra fermate, marciapiedi sotterranei e parcheggi assolati di autobus extraurbani.

Per dire, questo è il motivo principale per cui la mia visita a Giardini nel Tempo è stata un poco deludente. D'altra parte, dopo un viaggio che sarei tranquillamente potuta arrivare a Paris, è anche comprensibile.
Però c'erano delle belle cose, e le elencherò:
1. è in parco molto grande dove si può fare picnic e fare giocare bambini e cani
2. è gratis
3. ci sono vivaisti preparati e gentili, che spiegano per filo e per segno che cosa è l'albero della nebbia e altre specie a me sconosciute
4. c'è una bella cura negli allestimenti, un po' provenzali, un po' shabby, ma carini
5. è sicuramente organizzata con grande amore
6. il pubblico per buona parte è fantastico, fatto per lo più delle onnipresenti signore con mariti e sacchetti di gerani al seguito
7. ho scoperto la Collina dei conigli.




Poi ci sono degli aspetti così così:
1. i prezzi delle piante. So anche io che coltivare specie non proprio mainstream richiede sforzi  economici, e li rispetto. Ma obiettivamente dei piccoli vasi di ortensia a 20 euro...beh, "allora me li compro all'esselunga a 8", come ho sentito dire a più di una signora vaporosa.
2. anche qui, troppo bon ton, troppa provenza (Orticola fa scuola), un po' più di fantasia e irregolarità mi piacerebbe.
3. Già detto. Dal momento che è così frequentata, perché non mettere una navetta -anche a pagamento, per carità? Perché se no, almeno per me, non ne vale tantissimo la pena.

(Tra l'altro, dell'epimedium davidii, forse ne potevo anche fare a meno).

lunedì 2 aprile 2012

Ci sono novità.

Ieri mi è venuta l'idea di inserire una sezione dedicata alle novità di cui vengo a conoscenza, alle cose che mi sembra bello fare o leggere o guardare. Vediamo. Non garantisco troppa costanza e neanche troppo aggiornamento, ma garantisco che ci provo, quantomeno.
Felice se ricevo segnalazioni (quante cose si perdono in questo mondo trafelato).
Se avete voglia, scrivetemi qui.